Siviglia 6.4.2010
Nella mia nuova opera, di cui ancora ignoro il titolo, dopo una grande quantità di cambiamenti, sono forse arrivata all’inizio definitivo. Come una serie di cerchi concentrici, o meglio, secondo un processo di autopiesi, sono arrivata alla presenza di otto personaggi in scena, i quali si domandano dove si trovino e perché.
La novità assoluta è che il punto di vista dei personaggi coincide con il mio. Io non ho idea del perché si trovino dove stanno e dove si trovino esattamente. So solo che si trovano dentro a uno spazio circolare.
Quest’opera sarà l’interazione semantca tra il tenore e il veicolo della metafora, secondo il modello creato da Black. Ossia è il fondamento, quello spazio in cui il tenore e il veicolo nella metafora interagiscono. Si potrebbe dire che io sono il tenore e loro, i personaggi, sono il veicolo. L’opera finale sarà il fondamento e sará il frutto della nostra interazione. Ossia una nuova metafora, una nuova maniera di vedere il mondo. Per me la letteratura è una metafora. Ma non sono molto originale, purtroppo. Orlando, nell’opera omonima di Virgina Woolf recita: “Ogni cosa era qualcos’altro”.
Marcel Danesi ne Il cervello in aula! cita Black “Black considerava il fondamento un sistema di significato aperto che manifestava caratteristiche semantiche sia del tenore che del veicolo: vale a dire, nel fondamento della metafora, il tenore Gianni acquista le proprietà semantiche dell’animale denominato un leone, allo stesso tempo che il leone acquista le proprietà semantiche associate all’uomo chiamato Gianni. Il fondamento è, quindi, raffigurabile come un’... intersezione.”
Non solo secondo me le opere artistiche sono esattamete questo, un fondamento, un incontro tra un tenore (il primo termine della metafore) e il secondo, cioé il veicolo, ma lo sono anche le relazioni sentimentali, le amicizie, i rapporti di lavoro. Ingeborg Bachmann, forse in In cerca di frasi vere, recitava: “Nella lotta tra il possibile e l’impossibile ampliamo le nostre possibilità.”
A mio avviso, anche se non ho le capacitá scientifiche per dimostrarlo, il fondamento, essendo costituito tanto dal tenore che dal veicolo, é qualcosa di simile al principio di incertezza postulato da Wener Heisenberg nel 1927. Questi sostiene che nel mondo microfisico l’interazione tra osservatore e osservato crea una perturbazione, ossia l’oggetto osservato viene influenzato dalla presenza dell’osservatore.
Qualcosa di simile avviene durante una rappresentazione teatrale. Gli attori sono influenzati dalla presenza del pubblico e dalle loro reazioni. Ma questa cooperazione avviene anche durante la fase anteriore, cioè durante l’atto della scrittura. Una influenza e interazione tra l’autore e i personaggi.
Martina Banchetti
mariposasobrellama@hotmail.com
Nella mia nuova opera, di cui ancora ignoro il titolo, dopo una grande quantità di cambiamenti, sono forse arrivata all’inizio definitivo. Come una serie di cerchi concentrici, o meglio, secondo un processo di autopiesi, sono arrivata alla presenza di otto personaggi in scena, i quali si domandano dove si trovino e perché.
La novità assoluta è che il punto di vista dei personaggi coincide con il mio. Io non ho idea del perché si trovino dove stanno e dove si trovino esattamente. So solo che si trovano dentro a uno spazio circolare.
Quest’opera sarà l’interazione semantca tra il tenore e il veicolo della metafora, secondo il modello creato da Black. Ossia è il fondamento, quello spazio in cui il tenore e il veicolo nella metafora interagiscono. Si potrebbe dire che io sono il tenore e loro, i personaggi, sono il veicolo. L’opera finale sarà il fondamento e sará il frutto della nostra interazione. Ossia una nuova metafora, una nuova maniera di vedere il mondo. Per me la letteratura è una metafora. Ma non sono molto originale, purtroppo. Orlando, nell’opera omonima di Virgina Woolf recita: “Ogni cosa era qualcos’altro”.
Marcel Danesi ne Il cervello in aula! cita Black “Black considerava il fondamento un sistema di significato aperto che manifestava caratteristiche semantiche sia del tenore che del veicolo: vale a dire, nel fondamento della metafora, il tenore Gianni acquista le proprietà semantiche dell’animale denominato un leone, allo stesso tempo che il leone acquista le proprietà semantiche associate all’uomo chiamato Gianni. Il fondamento è, quindi, raffigurabile come un’... intersezione.”
Non solo secondo me le opere artistiche sono esattamete questo, un fondamento, un incontro tra un tenore (il primo termine della metafore) e il secondo, cioé il veicolo, ma lo sono anche le relazioni sentimentali, le amicizie, i rapporti di lavoro. Ingeborg Bachmann, forse in In cerca di frasi vere, recitava: “Nella lotta tra il possibile e l’impossibile ampliamo le nostre possibilità.”
A mio avviso, anche se non ho le capacitá scientifiche per dimostrarlo, il fondamento, essendo costituito tanto dal tenore che dal veicolo, é qualcosa di simile al principio di incertezza postulato da Wener Heisenberg nel 1927. Questi sostiene che nel mondo microfisico l’interazione tra osservatore e osservato crea una perturbazione, ossia l’oggetto osservato viene influenzato dalla presenza dell’osservatore.
Qualcosa di simile avviene durante una rappresentazione teatrale. Gli attori sono influenzati dalla presenza del pubblico e dalle loro reazioni. Ma questa cooperazione avviene anche durante la fase anteriore, cioè durante l’atto della scrittura. Una influenza e interazione tra l’autore e i personaggi.
Martina Banchetti
mariposasobrellama@hotmail.com
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